MICHELANGELO PERGHEM GELMI 1911 - 1992

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FERMENTI, marzo 1974 – anno IV – n. 3.
Testo critico di Mario Ulivi.

PERGHEM.
Ricco di umori e di turgida vena, Michelangelo Perghem Gelmi, pittore trentino, si esprime con imprevedibile evidenza plastica in estrose sintesi concettuali surrealistiche. Vediamo in rapida rassegna alcune sue opere. L’essenza floreale di” Fiore 1” è una stilizzata raggera centrale di foglie lanceolate e morbide banane, incorniciate da altre, ispide e puntute dalla rigidezza del ferro battuto, mentre un occhio sbarrato galvanizza l’insieme della composizione con l’imperiosa e strana fissità dello sguardo ossessivo, cui aggiungono un brivido di terrore i capelli, la barba, le ciglia irti come elettrizzati da spaventosa visione.
Terrificante stato d’animo morbidamente drappeggiato in estetico risvolto floreale. Filosofia delle stelle stanno a guardare?
“Nel canneto”, scheletrico motivo ascendente, addolcito da sinuoso movimento di foglie, occhieggia uno sguardo dolce e smarrito di speranza in cattività. Ritroviamo il leit-motiv accentratore dell’occhio variamente espressivo in “La palla di pelle”, questa volta in grottesca trasposizione nella fantasiosa donchisciottesca armatura del mitico erge dissacrato a pupazzetto. A volte Perghem si abbandona al gusto di mantenere la composizione nel rigore lineare di geometrie elettriche, con perfetta abilità tecnica e di mestiere, e compiaciuto talaltra accende l’incandescente cromia tonale di una favolosa fauna tropicale. Lo stesso connubio tecnico di olio e inchiostro rispecchia e determina il particolare mondo pittorico e poetico delle creazioni dell’artista, aleggianti in un’atmosfera fiabesca dove egli trasferisce sentimenti e simbologie, sublimandoli in raffinati giochi estetici compositi e barocchi; un fitto intreccio allusivo che stupisce per la sua apparente stranezza, e subito convince per ferrea coerenza logica, lievità di tocco ed effervescenza d’invenzione.
Per esempio in “Natura viva” esalta i piaceri della vita con l’accennata dolcezza d’un volto femminile dal profilo geometricamente acuminato, striato sotto ondeggianti capelli, e col turgore d’un seno. Inoltre una grande bocca autonoma e due occhi indipendenti estasiati dal profumo del liquore versato in un calice gigante. Completano la nutrita composizione altri elementi quali un globo in primo piano, una delicata natura morta di fiori incorniciata, in secondo, e un profilo marino e vegetazione all’orizzonte.
Il tutto avvolto in eleganti, flessuosi nastri svolazzanti come uno stemma gentilizio, su base piastrellata di ceramiche amorosamente disegnate con diligente fervore. Fantasia ancorata alla realtà. O meglio irrefrenabile anelito di evasione, di liberazione verso il mondo ideale dei sogni.

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