MICHELANGELO PERGHEM GELMI 1911 - 1992

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I GENI DELL’ARTE.
GLI EREDI DELLA CULTURA ARTISTICA EUROPEA.
Ente Europeo Manifestazioni d’Arte, 1991.
In controcopertina, testo critico Laura Capellini.
(In copertina: riproduzione di “La visita” – 1991, cm. 180x130, olio su tela).

Michelangelo Perghem Gelmi rivela un costante impegno nell’applicarsi al suo lavoro grazie al quale riesce a cogliere gli aspetti più importanti del mondo reale per trasmetterli all’osservatore e stabilire con esso un dialogo aperto basato sulla lealtà, sulla ricerca del rimedio opportuno ai mali del vivere che disturbano la quieta dell’individuo sempre alla ricerca di un proprio equilibrio.. Dai quadri di Michelangelo è possibile scorgere con grande evidenza la sua eccezionale preparazione tecnica sia nell’uso sistematico del colore che nella realizzazione dello spazio attraverso il disegno. Egli giunge a questa padronanza nell’utilizzo dei colori, sia tramite una grande intuizione sia per una evidente preparazione tecnica che lo portano alla creazione di immagini che vanno a colpire l’occhio per la loro estrema compiutezza e precisione grazie anche all’uso di effetti chiaroscurali che creano la terza dimensione e quindi l’illusione di una spazio reale e tangibile. Le sue composizioni presentano un’attenta cura nella resa dei particolari; ma questo studio particolareggiato non si ferma su determinati soggetti, tutto è ottenuto con la stessa cura, la scelta dei soggetti, l’uso del colore, la linea, e quindi anche l’opera appare come una trasposizione imparziale delle proprie sensazioni con le quali non vuole influenzare l’osservatore ma offrirgli la possibilità di una conoscenza maggiore della realtà.

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