Il disegno, nelle sue varie forme, è sempre stata una delle grandi passioni di Michelangelo Perghem Gelmi, coltivata in tutta la sua vita dalla gioventù fino all’età matura. La matita, i carboncini, gli acquerelli, i pennarelli hanno accompagnato la carriera studentesca ed universitaria, i viaggi in Europa e in Sud America, la tristezza della prigionia o le aspettative di emigrante in un continente nuovo e pieno di colori, la vita di tutti i giorni nella sua amata Trento, i grandi viaggi di turismo alla scoperta di civiltà millenarie.
Sono molto spesso veri e propri diari di viaggio, reportage ed impressioni catturate al volo nell’incedere di un treno o passeggiando per le strade di una città, sono fotogrammi di cronaca quotidiana.
La galleria “disegni” raccoglie soprattutto alcune istantanee delle nostre principali città.
Nelle “caricature”, le cui prime testimonianze si ritrovano in numeri unici a carattere goliardico del periodo universitario, come nei ritratti dell’età matura si coglie la capacità di indagare la persona raffigurata, e di rappresentarne la caratteristica caratteriale predominante: nella omonima galleria si ritrovano alcuni volti noti del '900, politici italiani degli anni '60 e '70, personaggi della cultura trentina, ed infine tre tennisti degli anni '70.
La galleria “prigionia” raccoglie invece una breve selezione dei 125 disegni che compongono il libro “Da Cannes a Tarnopol”, 1975, Edizioni Manfrini, Calliano (Trento), stampato in 1000 copie numerate, riguardante il periodo di prigionia dal ‘8 settembre ’43 all’8 dicembre ’43. Il libro, in calce alle illustrazioni, riporta il commento dell’amico di prigionia Piero Baggini. Nel 2005 con la mostra “Artisti trentini nelle due guerre. Sofferenza e creatività”. (vedasi
dal 1992), vennero esposti e pubblicati sul catalogo disegni inediti della prigionia comprendenti il periodo fino a giugno ’44, oltre ad alcuni disegni originali del libro “Da Cannes a Tarnopol”.
Nella galleria dedicata alle “Arti applicate” alcuni studi di cartelloni pubblicitari e di design a cui Perghem si dedicò nel periodo torinese (1945-1947) e nel periodo argentino (1948-1955).