Galleria Trento, ottobre 1945, personale, Trento.
Testo critico di Guido Polo.

Dei giovani pittori che con impegno e con vera passione si avviano sulla strada dell’arte, Michelangelo Perghem va segnalato tra i più attenti. La sua pittura è orientata con serietà di indizio e con vigile spirito di ricerca anche se, talvolta, appare sottomessa a suggestioni, quale là contrastanti. Non è il caso di citare nomi e tendenze, tanto tali influssi ci sembrano transitori. Suscettibile alle più valide correnti dell’arte contemporanea, Perghem rivela la sofferenza di liberarsi da sovrastrutture esteriori per scoprire se stesso. Ed è consolante questo scostarsi da certa pittura vuota e leziosa, così frequente in molti pittori, per porsi su di un piano fecondo di possibilità e di svolgimenti. In lui è ben palese l’impegno di un’assimilazione stilistica degli elementi che costituiscono il quadro. Prove, le sue, che evadono dalle esercitazioni di superficie per denunciare la volontà di approfondire i vari problemi plastici. In alcuni suoi paesaggi c’è una commossa trepidazione nell’inseguire e nel rendere la profondità dello spazio, e allora è lieve e scoperto d’un dinervato impressionismo; in altri la materia s’irrobustisce e si fa cupa, fino ad accostarsi a moduli impressionistici. Ma liberato dalla soggezione del documento e raccolto tra le pareti dello studio , il pittore trae un linguaggio più suo e, nelle nature morte, impostate a dimessa disposizione degli oggetti, riesce ad una più profonda emozione del colore e dei volumi. D’impegno certo sono le figure, trattate con piglio coraggioso, ma non del tutto scontate e avulse da reminescenze accademiche. Dire quale sarà la fisionomia artistica di Michelangelo Perghem è difficile e noi non azzarderemo giudizi che possano rendergli un (anche lieve) impaccio.
La sua è una personalità in piena formazione e dotata di pronta sensibilità. Il che significa molto, se egli saprà porre se stesso ad un vaglio severo di scelta e di ispirazione: se saprà scavare nel suo spirito tanto profondamente, fino a scoprire il suo più intimo e raccolto mondo. Ma già la mostra attuale è un felice annuncio di ulteriori e fecondi sviluppi.

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