MICHELANGELO PERGHEM GELMI 1911 - 1992

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Nuova donazione al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto - MART -.


Il Fondo Michelangelo Perghem Gelmi, istituito presso il MART nel 1995, si arricchisce nell'estate 2010 con una serie consistente di disegni, progetti, collage, foto e documenti vari che riguardano sia la sua lunga vita professionale che il suo amore per l'arte coltivato durante tutta la vita. Così oltre al materiale che testimonia la sua lunga attività professionale a Trento dopo la laurea (1936), a Torino subito dopo la guerra (1945 - inizi del 1948), in Argentina (dalla seconda metà del 1948 al 1956) e poi di nuovo a Trento nel periodo più fecondo della sua attività di ingegnere e pittore (1957-1992), che amplia e completa quello già depositato al MART, vengono donate un numero consistente di altre opere grafiche riguardanti la prigionia (durante la Seconda guerra mondiale) e l'attività nell'immediato dopo guerra a Torino (dall'aprile 1945 al marzo 1948) e poi in Argentina dal 1948 al 1956. Complessivamente circa duecentocinquanta pezzi.
Fra i più importanti disegni professionali citiamo la proposta per “Il centro sportivo di Trento” (1936) con stadio, piscina coperta e scoperta, tennis coperto e scoperto nell'area oggi occupata dall'Ospedale S.Chiara: gli acquerelli della “Villa di La Spezia” e del piccolo cottage denominato “Buon ritiro” entrambi realizzati in prigionia nel 1944, ed i lucidi a matita del “Monumento all'Argentina” (1948), torre celebrativa con sale a tema sulla storia dell'Argentina, decorata sulle facciate lunghe da grandi bassorilievi, da porre nel porto di Buenos Aires, progetto che fu presentato al presidente Perón. Del periodo argentino ancora disegni e foto della casa Perghem a San Juan e del negozio “Goldstein” ed alcune tempere di progetti per edifici di culto. Le fotografie originali del plastico di progetto con cui partecipa al concorso internazionale per il “Memorial Enrico Fermi” a Chicago (1957), e tornando alla terra natia, le Terme di Levico (1958) e Merano (1960) ed il progetto per un “Auditorium” a Trento (1967 circa), un grande teatro di circa 1500 posti di cui la città è fino ad oggi sprovvista, ed altri interessanti collage sia di proposte che di progetti realizzati.
Con gli altri disegni facenti parte di questa donazione invece si amplia la possibilità di conoscenza sulla complessa e ricca personalità di Perghem. I disegni eseguiti in un momento doloroso come la prigionia, e quelli dedicati alle arti applicate ne sono testimonianza. Ecco allora che dopo le importanti mostre di Sondrio, Trento (spazi espositivi di Torre Mirana) e Roma (Casa della Memoria), diventano patrimonio della collettività i 127 disegni originali del libro “Da Cannes a Tarnopol”. Carboncini, matite, sanguigne, chine, un reportage unico nel suo genere, disegni tutti eseguiti durante la prigionia dall'8 settembre '43 al 10 giugno '44 (ufficiale italiano prigioniero dei tedeschi come altri 600.000 italiani, i cosiddetti IMI, Internati Militari italiani). Tra i disegni più intensi ed importanti ricordiamo “Guerriero sofferente”, “Autoritratto” e la “Messa dell'8 dicembre”. La sua voglia di mettersi alla prova anche in altri campi, è invece testimoniata dagli altri materiali, completamente inediti, che completano questa donazione. Sono circa 50 studi di design e circa 90 (bozz. man. pubbl.). I primi riguardano soprattutto ceramiche e tessuti, che Perghem realizzò nel periodo argentino (1948 - 1956), mentre i secondi appartengono per la maggior parte al periodo che va dal 1947, quando è a Torino, al 1954 circa quando è in Argentina, mentre solo una piccola parte è degli anni '80. Perghem, come testimoniano documenti originali d'epoca, a Torino partecipa a concorsi di grafica pubblicitaria accanto a Armando Testa (già affermato pubblicitario all'epoca), Felice Casorati (con il quale sostenne l'esame di ammissione all'Accademia Albertina di Torino), ed Enrico Paulucci suo Maestro nella medesima Accademia con cui invece strinse sincera amicizia e con il quale intercorse una fitta corrispondenza anche durante la prigionia.